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ATTACCHI DI PANICO

L’attacco di panico è caratterizzato da un forte stato di ansia, unito a sintomi psicologici e fisici che si presentano in maniera inaspettata.

Si avvertono sensazioni fisiche sgradevoli quali: giramenti di testa, vertigini, palpitazioni, tremore, sudorazione, vampate di caldo, sensazioni di svenimento o di soffocamento; subentra spesso la paura di morire.

E’ paralizzante e vi è una ricerca di aiuto o comportamenti di evitamento delle situazioni che vengono percepite come sensibili per la comparsa dei sintomi.

Chi ne soffre manifesta una costante preoccupazione allo scopo di evitare qualunque situazione possa generare l’attacco. Questo meccanismo viene chiamato “paura della paura”.

La paura diventa predominante e impedisce di fare le cose più semplici.

L’approccio teorico su cui si basa la terapia cognitivo-comportamentale per il disturbo di panico fa riferimento al presupposto che, durante un attacco di panico, il soggetto interpreta alcuni stimoli esterni o interni come pericolosi. Queste interpretazioni scatenano l’ansia della persona, con i relativi sintomi mentali e fisici.

Il protocollo cognitivo comportamentale si articola nelle seguenti procedure:

  1. Ricostruzione della prima volta in cui è comparso l’attacco di panico.
  2. Formulazione di obiettivi.
  3. Formazione del paziente sulle caratteristiche del disturbo, la sua insorgenza e i meccanismi di evitamento.
  4. Insegnamento di tecniche per la gestione dei sintomi.
  5. Individuazione delle convinzioni errate che portano all’insorgenza dell’attacco.
  6. Discussione e computazione delle convinzioni erronee del paziente.
  7. Esposizione graduale agli stimoli temuti ed evitati.
  8. Prevenzione delle ricadute.

DISTURBI DI PERSONALITA'

I Disturbi di Personalità sono delle modalità, molto rigide, di percepire, rispondere e relazionarsi alle persone e agli eventi.

Queste configurazioni di reazione e relazione invalidano severamente le possibilità della persona che ne soffre, di avere rapporti sociali soddisfacenti per sé e per gli altri.
Normalmente una persona riesce ad adattarsi sufficientemente alle diverse situazioni della vita e riesce ad adottare uno stile relazionale alternativo, qualora quello abituale risulti inefficace.

Viceversa, le persone che soffrono di un Disturbo di Personalità sono inflessibili e rispondono in modo inappropriato alle difficoltà della vita fino al punto di inquinare tutte le relazioni con le persone importanti.

Queste configurazioni disfunzionali e disadattive emergono in adolescenza o nella prima età adulta e tendono a stabilizzarsi nel tempo.

Chi soffre di un Disturbo di Personalità presenta numerosi problemi interpersonali nelle diverse aree della sua vita. Al disturbo, spesso, si associano sintomi depressivi, anxiété, abuso di sostanze o disturbi alimentari.

Non risultano consapevoli della disfunzionalità e della inadeguatezza dei propri modelli di pensiero e di comportamento, tendono quindi a non cercare l’aiuto di uno specialista. Generalmente la richiesta di aiuto si attiva dopo aver sperimentato sintomi ansiosi o depressivi.

Paradossalmente in terapia si presentano, frequentemente, individui legati a livello relazionale con persone che soffrono del disturbo. Di seguito i Disturbi di Personalità:

Cluster A

  • Disturbo di Personalità Paranoide;
  • Disturbo di Personalità Schizoide;
  • Disturbo di Personalità Schizotipico;

Cluster B

  • Disturbo di Personalità Istrionica;
  • Disturbo di Personalità Narcisistica;
  • Disturbo di Personalità Antisociale;
  • Disturbo di Personalità Borderline;

Cluster C

  • Disturbo di Personalità Evitante;
  • Disturbo di Personalità Dipendente;
  • Disturbo di Personalità Ossessivo-compulsiva.

La terapia cognitivo comportamentale si propone di migliorare la qualità della vita della persona ed aiutarla a gestire o risolvere la problematica. La terapia si pone l’obiettivo di fornire gli strumenti per individuare gli schemi distorti di ragionamento e d’interpretazione della realtà e li integra con pensieri e convinzioni funzionali e realistiche

DISTURBI ALIMENTARI

Si generano da un approccio al cibo che si traduce in un elemento eccessivamente importante nella quotidianità dell’individuo. Il cibo diventa talmente centrale per la persona che soffre del disturbo da condizionarlo ad esercitare un eccessivo controllo o al contrario una totale sregolatezza rispetto a questo. Possono essere presenti delle forme di dipendenza dal cibo e una percezione del proprio corpo non aderente alla realtà. La bulimia e l’anoressia nervosa rappresentano l’espressione più critica di questi disturbi.

Il fine ultimo della psicoterapia risulta quello di ristrutturare le convinzioni disfunzionali riguardo al cibo e alle abitudini alimentari fornendo, quindi, un significato diverso e reale di queste, con l’effetto di raggiungere un rapporto più sereno con se stessi, con il corpo e con il cibo.

LUTTI E SEPARAZIONI

Un lutto o una separazione è sempre un trauma importante capace di riempire di dolore chi lo subisce. Esistono molte differenze fra il subire una perdita per un lutto o una separazione o un trauma, esistono però alcuni aspetti comuni. La perdita di una persona cara rappresenta una esperienza di distacco che genera una configurazione di intense e spiacevoli emozioni. Un dramma che ci porta a sperimentare uno stato di abbandono, di solitudine, di paura, etc. Una perdita provoca un cambiamento che chiama la persona ad affrontare diverse fasi. Questo processo richiede una elaborazione. Il fine della terapia cognitivo comportamentale è quello di aiutare ad affrontare le difficoltà che si vivono dopo una separazione analizzando ciò che è accaduto e come è stato vissuto. In particolare, in terapia ci si concentra su quel meccanismo difensivo per cui il ricordo di una persona che non c’è più, si offusca, perché troppo doloroso. Questo crea nel tempo l’aumento della sofferenza. Risulta quindi centrale l’elaborazione del lutto per raggiungere un sollievo emotivo e conseguentemente una maggiore serenità

DEPRESSIONE E DISTURBI DELL'UMORE

La persona che soffre di questi disturbi sperimenta una grave alterazione dell’tono dell’umore. Questa alterazione patologica genera un forte disagio psicologico e una compromissione del funzionamento sociale e relazionale.

Le alterazioni del tono dell’umore fanno riferimento a:

  • Depressione: caratterizzata da tristezza, mancanza di motivazione nello svolgere attività (anche piacevoli) e convinzioni disfunzionali su sé stessi, gli altri e o gli eventi in generale.
  • Mania: logorrea, euforia e aumento della velocità del pensiero
  • Umore misto: presenza di sintomi depressivi e maniacali in concomitanza

I disturbi dell’umore possono essere divisi in due gruppi:

  1. Disturbi Depressivi
  2. Disturbi Bipolari

La terapia cognitivo comportamentale si propone di migliorare la qualità della vita della persona ed aiutarla a gestire o risolvere la problematica. La terapia si pone l’obiettivo di fornire gli strumenti per individuare gli schemi distorti di ragionamento e d’interpretazione della realtà e li integra con pensieri e convinzioni funzionali e realistiche.

DISTURBI D'ANSIA

L’ansia è una reazione fisiologica normale e adattativa. L’ansia diventa un problema quando diventa eccessiva al punto tale da ostacolare il raggiungimento dei nostri obiettivi, condizionare le nostre attività quotidiane o evitare situazioni che normalmente non costituiscono un pericolo. Un certo livello di ansia è funzionale quando facilita l’attivazione di comportamenti al fine di ricercare soluzioni per fronteggiare le difficoltà. Ad esempio, quando ci troviamo in prossimità di un esame, può aiutarci a sperimentare nuove metodologie di studio o a strutturare un programma funzionale per conseguire l’obiettivo. L’ansia diventa disfunzionale quando dura nel tempo, portando la persona che ne soffre a sperimentare eccessivo disagio, compromettendo lo svolgimento delle attività quotidiane. Nel momento in cui la persona prova una sensazione di minaccia, spesso, si associa a sintomi fisici quali: tachicardia, vampate di caldo, vertigini.

Possiamo distinguere tra:

  • Attacco di panico
  • Agorafobia
  • Fobia specifica
  • Fobia sociale
  • Disturbo ossessivo compulsivo
  • Disturbo post-traumatico da stress
  • Disturbo d’ansia acuto da stress
  • Disturbo d’ansia generalizzato

La terapia cognitivo-comportamentale si basa sull’approccio teorico che l’ansia non sia provocata da oggettive minacce del mondo, ma dall’interpretazione minacciosa degli eventi. Gli strumenti utilizzati sono la ristrutturazione cognitiva e l’esposizione, se necessario anche altre tecniche di respirazione o di visualizzazione.

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